Eterna
Victoria Alvarez
Fanucci Editore
€ 16,90
512 pg
Londra, 1888.
Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori delle sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero. A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre...
Sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza fino alla fine dei suoi giorni: è in grado di comunicare con l’aldilà, di dare voce a coloro che l’hanno persa per sempre. Ed è in questa sensazione di incredulità che Annabel sentirà che il suo cuore malato riuscirà a riempirsi di vero amore se solo potesse capire chi è quell’uomo che perseguita i suoi sogni.
Ho
impiegato più tempo del previsto per leggere Eterna di Victoria Alvarez, un
libro autoconclusivo ambientato nella Londra Vittoriana, non perché la storia
non sia interessante ma perché è alquanto complessa e misteriosa e penso che
sia stata necessaria, almeno per quel che mi riguarda, una certa elaborazione
degli avvenimenti e dei personaggi.
La
protagonista è Annabel Lovelace e nella prima parte del romanzo la incontriamo
tra le lapidi di Highgate sotto la custodia dello zio materno, il custode di
questo piccolo cimitero alla periferia di Londra. Facciamo quindi la conoscenza
della fata di Highgate e del suo dono, la capacità di vedere le anime dei morti
che rimangono intrappolate nella nostra dimensione in attesa di passare
nell’Altro Lato una volta sistemati i loro affari terreni. Una volta accortosi
del dono della nipote lo zio non esita a sfruttare tale potere per i propri,
non proprio caritatevoli, scopi, incurante delle difficoltà della bimba nel
vedere passare oltre gli spiriti che per lei sono come cari amici, né della sua
cagionevole salute dovuta ad una malattia cardiaca capace di essere alleviata
solo da alcune gocce di digitalina. Finchè una seduta con dei facoltosi clienti
non finisce nel modo sperato da Tom Lovelace e le sue attenzioni per la nipote
prendono tutta un’altra direzione. Anni dopo ritroviamo la piccola fata in un
grazioso appartamento conosciuta come la medium più dotata di tutta Londra, in
un’epoca in cui lo spiritismo è la nuova moda di intrattenimento dei salotti aristocratici,
circondata da affetti e benessere. Ma il passato in modo inaspettato bussa alla
sua porta reclamandola.
Di
più non voglio dirvi sulla trama del libro perché potrei rischiare in
involontari spoiler che potrebbero rovinarvi il piacere di immergervi nella
storia intrisa di ombra e spiriti.