giovedì 29 marzo 2012

Recensione: Blood Magic di Tessa Gratton



Blood Magic
Tessa Gratton
Piemme Freeway (Dark)
€ 16,00
420 pg

Silla è disposta a tutto pur di scoprire cosa è successo davvero la notte che i suoi genitori hanno perso la vita, anche a provare gli incantesimi del misterioso libro trovato sulla soglia di casa sua. E poi c’è Nick, il ragazzo che ha incontrato nel cimitero di fianco a casa: anche lui nasconde un segreto e conosce la magia del sangue. Uniti dal destino e da una fortissima attrazione, Nick e Silla dovranno combattere contro la presenza oscura che vuole entrare in possesso del libro e di tutto il suo potere.

Non puoi capire chi sei veramente finchè non passi un po’ di tempo da sola in un cimitero.

Primo volume autoconclusivo di una serie, Blood magic racconta l’incontro tra Silla e Nicholas, ma soprattutto il loro incontro con la Magia del Sangue. In realtà il vero protagonista del romanzo è proprio il sangue, fonte di vita e di inesauribile potere. Ambientato in un paesino sperduto del Missouri, la gran parte della vicenda si svolge nel cimitero, uno di quelli con le lapidi ricoperte di muschio e sommerse di vegetazione, i cui nomi sono ormai andati dimenticati, nell’ora più buia che separa il giorno dalla notte, il crepuscolo. L’atmosfera che si respira è cupa, con termini moderni potremmo definirla gotica e dark, ma non rendono bene l’idea, è più come una sensazione di qualcosa di oscuro che circonda i personaggi e impregna le loro esistenze, portandoli a dubitare di chiunque gli si avvicina, a dubitare di se stessi. L’amore, il dolore, la passione, la pazzia descritti e vissuti dai protagonisti è totale, profonda, eccessiva, portata all’estremo, non conosce mezze misure. 

Questa esasperazione dei sentimenti e dell’emozioni ti coinvolge appieno, anche grazie al fatto che la voce narrante è quella di entrambi i protagonisti. Viviamo intensamente, quasi in prima persona, il legame che unisce Nick e Silla e, così come loro non possono fare a meno l’uno dell’altra, non possiamo fare a meno di attendere e sognare il momento in sui saranno insieme. Così come veniamo travolti, attraverso il suo diario di cui sono riportate solo poche pagine ma dense di significati, dal turbine di follia di Josephine. Attraverso le parole e i ricordi di Nick riusciamo a cogliere appieno la singolarità della sua infanzia e il suo smarrimento davanti ad una madre incapace di convivere con la magia che le scorre nelle vene, straziata da un amore perduto ed impossibile da recuperare. Sentimento che sembra avvolgere Silla, devastata dalla morte dei genitori, e spingerla sull’orlo dello stesso abisso. La storia mi ha coinvolta pienamente fin dalle prime pagine, dalla scoperta della magia all’incontro e scontro con Josephine, un susseguirsi di avvenimenti da lasciare il fiato e tenermi incollata al libro, soprattutto sul finale.
Una critica che mi sento di muovere però è la nebulosità in cui sono stati lasciati i personaggi secondari. Chi è il Diacono? E la matrigna di Nick, Lilith, cosa nasconde dietro tutta quella perfezione? E Judy, la nonna acquisita che non vuole essere chiamata nonna, nasconde qualcosa o è veramente così ingenua? Essendo il primo volume di una serie voglio sperare che quello che lo legherà agli altri sia anche la presenza dei personaggi che abbiamo imparato ad amare e non solo la Magia del Sangue. Comunque questo libro ha stuzzicato la mia fantasia, sono curiosa di scoprire cosa ci aspetterà nei prossimi volumi.

Chi sono? Silla Kennicot, l’autolesionista senza più energie, timorosa del suo stesso sangue, sempre in lacrime, sempre sola? O Silla Kennicot, la maga: un’amica forte, nel pieno controllo del proprio potere?

Voto: 4/5 (Molto bello, ma non perfetto)


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