La Diciassettesima Luna
Kami Garcia & Margaret Sthol
Oscar Mondadori
€ 10,50
491 pg
Credevo che il nostro paesino, sepolto nella boscaglia della Carolina del Sud, fosse il centro del nulla. Un luogo dove non succedeva mai niente e in cui niente sarebbe mai cambiato. Poi mi innamorai di una Maga. Lei mi fece scoprire un altro mondo fra le crepe dei nostri marciapiedi sconnessi. Un mondo che era lì da sempre, nascosto in bellavista. La Gatlin di Lena era un luogo in cui le cose succedevano, eccome, cose impossibili, sovrannaturali, che cambiavano la vita. Che le ponevano anche fine, a volte. Fino a qualche mese prima, pensavo che nulla sarebbe mai cambiato. Ora che ne sapevo di più, avrei tanto voluto che fosse stato così. Perché a partire dall'istante in cui mi ero innamorato di una Maga, nessuna delle persone a cui volevo bene sarebbe più stata al sicuro. Lena credeva di essere l'unica a essere maledetta, ma si sbagliava. Adesso la sua era diventata, la nostra maledizione.
Il
secondo volume delle Caster Chronicles comincia lì dove si è concluso il primo,
con Lena totalmente fuori di testa.
Se
nella Sedicesima Luna i suoi poteri erano fuori controllo a causa dell’ansia da
Reclamazione, in questo libro la sua “eccentricità” è dovuta ai sensi di colpa
per essere la causa della morte dello zio Macon. A nulla valgono i tentativi di
Ethan di tranquillizzarla, sostenerla e soprattutto tenerla vicino a sé, più
lui l’ama, più lei sente forte il bisogno di scappare lontano. In questo tira e
molla si possono sintetizzare le prime 100 pagine che sinceramente sono state
un po’ difficili da mandare giù. Sarà perché Lena non è uno dei miei personaggi
preferiti (troppo complessata per i miei gusti), sarà perché Ethan è così
inconsapevolmente ignaro di tutto quello che lo circonda, ma la tentazione di
abbandonare il libro è stata forte. Ho proseguito comunque nella lettura
incentivata dal fatto che per una volta l’eroe non è una ragazza in un mondo
magico, bensì il contrario, così come il fatto che il POV della narrazione
fosse quello di Ethan. Se vent’anni fa era normale che fosse l’uomo il
protagonista indiscusso della vicenda, mentre alle signore era lasciato il
ruolo di donzelle in pericolo, negli
ultimi anni si è assistito ad una netta inversione di tendenza. Capitemi, sono
contenta di ciò ma ogni tanto fa piacere tornare ai vecchi clichè.
Inoltre
bisogna dire che le due signore, Garcia & Sthol, hanno si creato una protagonista abbastanza
antipatica e isterica, ma l’hanno contornata di personaggi e luoghi meravigliosi.
Gatlin,
sonnacchiosa cittadina della Carolina del Sud, nasconde nelle sue viscere non
solo una biblioteca magica, ma un labirinto di tunnel capace di farti viaggiare
nello spazio di pochi minuti per centinaia di chilometri. Una cittadina in cui
nemmeno le gatte sono delle semplici vagabonde ribelli e le zie svampite nascondono
ben più dei fazzoletti ricamati nelle maniche. Uno dei miei personaggi preferiti
è senza ombra di dubbio Amma, mai sottovalutare una Veggente con un talento
insuperabile nella preparazione di torte e capace di tirar fuori dalla tasca un
bel po’ di terra di cimitero. Link è il migliore amico che tutti vorremmo
avere, capace di infilarsi in tunnel di guai piuttosto che lasciarti solo, e
Ridley è la cugina che in fin dei conti tutti abbiamo, anche se non è veramente
cattiva, e che la disegnano così. Grazie a loro è stato più facile continuare
nella lettura e portare a termine il libro.
Per
quanto riguarda Liv, anche se c’è stato più di un momento speciale tra lei ed
Ethan, mi è sembrato sempre un po’ stonato. Anch’io facevo il tifo per loro, ma
semplicemente non era destino.
Infine
la copertina mi piace molto, esprime appieno l’atmosfera che si respira all’interno
del libro, anche se quella originale (con le scale) sarebbe stata più adatta. Per
quanto riguarda il titolo si sono un po’ sprecati a fantasia, in mancanza di meglio avrebbero potuto lasciare quelli americani. Il prossimo sarà
La Diciottesima Luna?
Voto: 3/5 (Piacevole passatempo)
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