Inheritance
Christopher Paolini
Rizzoli
€ 24,00
848 pg
Sembrano appartenere a un’altra vita i giorni in cui Eragon era solo un ragazzo nella fattoria dello zio, e Saphira una pietra azzurra in una radura della foresta. Da allora, Cavaliere e dragonessa hanno festeggiato insperate vittorie nel Farthen Dûr, assistito ad antiche cerimonie a Ellesméra, pianto terribili perdite a Feinster. Una sola cosa è rimasta identica: il legame indissolubile che li unisce, e la speranza di deporre Galbatorix.
Non sono gli unici a essere cambiati, però: Roran ha perso il villaggio in cui è cresciuto, ma in battaglia si è guadagnato rispetto e un soprannome, Fortemartello; Nasuada ha assunto il ruolo di un padre morto troppo presto, e porta sulle braccia i segni dell’autorità che ha saputo conquistare; il destino ha donato a Murtagh un drago, ma gli ha strappato la libertà.
E ora, per la prima volta nella storia, umani, elfi, nani e Urgali marciano uniti verso Urû’baen, la fortezza del traditore Galbatorix. Nell’ultima, terribile battaglia che li attende rischiano di perdere ciò che hanno di più caro, ma poco importa: in gioco c’è una nuova Alagaësia, e l’occasione di lasciare in eredità al suo popolo un futuro in cui la tirannia del re nero sembrerà soltanto un orribile sogno.
Ultimo
tomo del Ciclo dell’Eredità per affrontarlo sono occorsi una buona dose di
pazienza e di costanza. Non tanto per il contenuto che a parte l’eccesso di
informazioni, molte scene inutili e l’eccesiva prolissità consentiva comunque
una lettura abbastanza scorrevole, quanto per l’impatto con un volume di oltre
800 pagine. Considerando che anche con i predecessori non ci era andato leggero
penso che una maggiore snellezza avrebbe invogliato i reticenti all’acquisto.
Con
Eragon la storia era partita abbastanza bene, non molto originale ma promettente.
Con Eldest e Brisingr è diventata, passatemi il termine, un polpettone
allucinante di cui ricordo poco e niente. Mi sono avventurata con Inheritance
più che altro per portare la serie a termine infatti dall’acquisto ho impiegato
diverso tempo per cimentarmi nella lettura.
Tralascio
il resoconto della storia perché chiunque abbia letto questo genere di libro,
fantasy medievale con creature fantastiche, e conosce anche solo per aver visto
i film Il Signore degli anelli, può facilmente intuire il corso degli eventi.
Battaglie, battaglie, battaglie, imboscate, ricerca di un aiuto insperato,
mostri che tentano di uccidere, incantesimi che annullano altri incantesimi,
eroi che quasi muoiono ma poi non lo fanno mai, ecc. Lo scontro con il cattivo
di turno e tutto un cincischiare, chiacchierare, tu sei cattivo, no io lavoro
per un bene superiore, allora adesso ti ammazzo e poi nel giro di una paginetta
fa una brutta fine perché dilaniato dal dolore provocato agli altri nel corso
della sua vita. Finale di storia Eragon abbandona Alagaesia alla ricerca di un
posto migliore per sè e i draghi e per non influenzare il nuovo regno che sta
nascendo sulle ceneri di quello vecchio. E poi in più di 2000 pagine non mi
riesci a piazzare una bella storia d’amore? Tutto quello a cui abbiamo potuto assistere
è Eragon che sbava e Arya che lo snobba?
L’unica
cosa positiva sono alcuni personaggi, non Eragon o Arya o la dragonessa Saphira,
bensì Roran e Nasuada, in pratica gli umani, gli unici che lottano e non si
arrendono contando solo sulle loro forze. Non come i vari cavalieri ed elfi che
sfruttano la magia!!! Le scene di battaglia e l’avanzata dell’esercito dei
Varden in realtà mi ha dato da pensare. E’ vero che è un libro ed è un’opera di
fantasia ma la facilità con cui i nostri eroi uccidono i soldati nemici senza
alcun scrupolo (in meno di un minuto riescono a fare fuori 10 uomini),
saccheggiano città e fattorie, radono al suolo i raccolti lasciandosi alle
spalle solo distruzione, vantandosi di agire in nome della libertà dall’oppressione
di galbatorix mi ha lasciato perplessa. Un contadino che si faceva i fatti suoi
nella sua fattoria e con la sua famiglia e si vede arrivare quest’orda di
barbari potrebbe tranquillamente dire “ma chi vi ha chiamati?”.
Per
nostro diletto leggiamo con superficialità di battaglie e guerre ma vi è mai
passato per la testa che in qualche parte del mondo tutto ciò sta succedendo
adesso?
Tornando
al libro, francamente non lo consiglierei, se qualcuno si vuole leggere un bel TOMO
allora vada a prendere Il Signore degli anelli.
Voto: 2/5 (In assenza di meglio - anche se la lunghezza non incoraggia)
Probabilmente la giovane età dell'autore ha influito su una stesura spesso semplice e prevedibile. Non posso cmq esprimere un giudizio, il fantasy non è proprio il mio genere. Nemmeno l'osannato Signore degli Anelli.
RispondiEliminaad essere onesta Il signore degli anelli l'ho cominciato e mai finito. Però penso che se una persona vuole leggere un classico fantasy allora meglio leggere un "grande classico" piuttosto che questa serie che alla fine si è rivelata una mera operazione commerciale.
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