La ragazza di fuoco
Suzanne Collins
Mondadori (Chrysalide)
€ 17,00
376 pg
Katniss è uscita viva dagli Hunger Games, insieme a Peeta: dovrebbe sentirsi sollevata, perfino felice. Dopotutto, è riuscita a tornare sana e salva dalla sua famiglia e dall’amico di sempre, Gale.
Invece nulla va come Katniss vorrebbe. Gale è freddo e la tiene a distanza. Peeta le volta le spalle. E in giro si mormora di una rivolta contro Capitol City…
La ragazza di fuoco è sconvolta: ha acceso la scintilla della sommossa e ha paura di non riuscire a spegnerla. Forse non vuole neppure farlo. Ma anche questa volta potrebbe pagare con la vita.
Quando
ho cominciato a leggere La ragazza di Fuoco non mi aspettavo altro che un libro
di transizione che mi avrebbe trasportato con facilità e leggerezza verso
l’ultimo episodio della trilogia, in ciò assolve in pieno la sua funzione ma
questo non gli impedisce di essere un libro appassionante, entusiasmante,
trascinante, sorprendente, tanto da non trovare sufficienti aggettivi per
descriverlo. Una volta iniziato è stato difficilissimo staccarmi dalle pagine
per assolvere le normali funzioni di un essere umano come dormire, mangiare, lavorare,
andavo incontro a vere e proprie crisi di astinenza, pur conoscendo gli
avvenimenti che si sarebbero susseguiti non mi sarei aspettata che potessero
coinvolgermi ed emozionarmi così tanto da farmi addirittura commuovere in
alcuni punti, come il discorso di Katniss nel distretto 11 e le sue
conseguenze.
Alla
fine del primo libro avevamo lasciato Katniss e Peeta vincitori entrambi della
74° edizione degli Hunger games, una volta ritornati al Distretto 12 ritroviamo
Katniss non più padrona di se e della sua vita, ma una ragazza confusa che non
riesce ad identificarsi nel ruolo che altri hanno deciso per lei. Alla vigilia
del Tour della Vittoria che la porterà insieme a Peeta nei distretti, riceve la
visita del presidente Snow, il suo trucchetto con le bacche che le ha permesso
di vincere e di salvare due vite non è piaciuto a Capitol City, è stato inteso
come un gesto di ribellione, di sfida al potere, quel potere che avrebbe dovuto
essere consolidato con il massacro dei tributi. L’unica soluzione per salvare
coloro che ama da rappresaglie è dimostrare al popolo che in realtà il suo è
stato un gesto d’amore disperato. Così Katniss si ritrova di nuovo nel ruolo di
donna innamorata, un ruolo che non comprende e non accetta, ma subisce.
Purtroppo tutto quello che fa non serve a niente, nemmeno organizzare le nozze
con Peeta serve a spegnere i venti di rivolta che soffiano tra i distretti ed
alla vigilia della 75° edizione degli Hunger Games, l’edizione della memoria
Katniss si trova ad affrontare l’impensabile: nell’arena saranno richiamati i
vincitori delle edizioni passate per dimostrare che
"......Anche il più
forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City...."
Katniss
si dispera, già una volta ha ucciso e lottato per restare viva e tornare a casa
dalla sua famiglia e da Gale, ha avuto la sua occasione, adesso decide che chi
tornerà indietro dovrà essere Peeta, volente o nolente. Ma non sa che c’è chi
si adopererà per tenere in vita lei, perchè lei è la Ghiandaia Imitatrice, il
simbolo della rivolta. Solo lei potrà tenere insieme i distretti nella sfida a
Capitol City.
Il
POV è quello di Katniss e con lei ci troviamo a vivere in un mondo che
lentamente sta cambiando. Prima degli Hunger Games Katniss sapeva perfettamente
quale fosse il suo ruolo, una cacciatrice di frodo, una sorella, una amica, una persona
che lotta per la sopravvivenza. Adesso invece le vengo assegnati dei ruoli in
cui stenta a riconoscersi, prima una vincitrice, poi una fidanzata ed infine un
simbolo per un intero popolo. Ma di certo non è quello che Katniss voleva per
se stessa. Nel libro la seguiamo in questa mutazione che la spaventa e che non
accetta, assistiamo a incontri, indizi, avvenimenti che dovrebbero metterla in
guardia, farle capire cosa sta succedendo ma che lei non riesce a cogliere o
non vuole, perché il suo unico desiderio e tornare in una casupola a
condividere un semplice pasto con le persone che ama. Come darle torto, in fin
dei conti Katniss è una semplice ragazza del distretto 12, uno dei più poveri,
non è pronta per diventare l’eroina che tutti si aspettano e di certo non vuole
questo per se stessa.
"E’ un bel po’ di
roba da digerire, questo piano intricato nel quale io ero solo una pedina,
esattamente come avrei dovuto esserlo negli Hunger games. Usata senza il mio
consenso, senza che nemmeno lo sapessi, almeno negli Hunger games sapevo che
stavano giocando con me. I miei cosidetti amici avevano un sacco di segreti."
Difficile
staccarsi da questo libro e dai suoi personaggi soprattutto Katniss, ma anche
Haymitch un uomo arguto, sorprendente per certi versi, e Peeta con il suo amore
e la sua fede incondizionata (non è di certo il mio personaggio maschile
preferito, ma con una protagonista così ricca di sfaccettature e una storia
così intenza qualsiasi coprotagonista non può essere altro che di semplice
supporto). E poi Cinna e i suoi vestiti che si adattano perfettamente
all’evoluzione di Katniss. L’arena, inoltre, la vera protagonista del romanzo
insieme alla rivolta. Ed infine la ghiandaia imitatrice. Ho pensato spesso al
perché venisse scelto proprio questo uccello come simbolo della rivolta e come
copertina dei romanzi. E poi ci sono arrivata. La ghiandaia imitatrice è un
incrocio tra la ghiandaia chiacchierona, un ibrido creato da Capitol city per
spiare i ribelli ma che gli si è ritorto contro e un mimo, un uccello libero di
crescere nei distretti. La ghiandaia è il simbolo della possibilità di fuggire
al controllo degli oppressori, di coloro che pensano di possederci e non sanno
che in realtà la nostra forza e volontà ci permetterà di volare liberi.
"L’uccello, la spilla, la canzone, le bacche, l’orologio, il pane tostato, il vestito consumato dal fuoco. Io sono la ghiandaia imitatrice. Quella che è sopravvissuta nonostante i piani di Capitol City. Il simbolo della ribellione."
Voto: 5/5 (Assolutamente da non perdere)
Il canto della rivolta
Ciao! Ti ringrazio per la visita e il commento :)
RispondiEliminaTi ho "followato", così ti tengo d'occhio più facilmente!
Presto leggerò anch'io il secondo della trilogia, sono troppo curioso di sapere come va avanti!!
A presto!
ricambio volenteri!!!
EliminaComplimenti! Bella recensione, concordo sull'arena che è stata proprio fantastica :D se ti può interessare da me ho creato una challenge sulla saga (:
RispondiEliminabello il tuo blog. orgoglio e pregiudizio è uno dei miei libri preferiti!!
EliminaCiao Laura, ho appena finito Hunger Games, e nonostante non mi abbia fatto impazzire la tua recensione mi ha incuriosito molto!
RispondiEliminaciao ho letto la tua recensione e ti ho risposto nei post, ho visitato spesso il tuo blog e mi piace motlo! una piccola correzione ... mi chiamo Lara!
EliminaAdoro questa saga, complimenti ottima recensione.
RispondiEliminaChe ne pensi della trasposizione cinematografica?
io il primo film l'ho amato, geniale far vedere gli strateghi che manovrano l'arena.
Aspetto con impazienza il secondo, il mio preferito.
diciamo che mi è piaciuta più di molte altre trasposizioni, però l'attore scelto per Peeta non mi ha convinto e nemmeno il doppiaggio, però l'arena meravigliosa! anch'io tra i tre ho preferito il secondo!
Elimina