venerdì 22 giugno 2012

Recensione: La Viaggiatrice di O di Elena Cabiati


La Viaggiatrice di O
Elena Cabiati
Nord
€ 14,90
334 pg

La piccola mansarda nel centro di Torino è il suo regno, il suo rifugio, il luogo dov'è più vivo il ricordo dei genitori, banditi dal mondo di O proprio a causa sua. Perché Gala è destinata a diventare una delle streghe più potenti vissute da almeno due millenni ed è al centro di una lotta segreta tra la magia bianca e la magia nera. Lei infatti è in grado di volare, viaggiare nel tempo, trasformarsi, prevedere il futuro... insomma, grazie ai suoi poteri, può affrontare qualsiasi missione le venga affidata dalla sede del Direttivo dei Viaggianti. Come tutti i "ragazzi prodigio", tuttavia, Gala è allergica alle regole e ha sempre fatto di testa sua. Ma l'ultima volta l'ha combinata davvero grossa e, per evitare l'espulsione definitiva dall'Ordine dei Viaggianti, ora deve scegliere un tutor che la guidi e le insegni a usare correttamente la magia. Il burbero e severo Kundo diventa così il suo fido maestro e la accompagna in una nuova missione: recarsi nella Venezia del 1756 per salvare un preziosissimo manoscritto dall'incendio che distruggerà la Scuola Grande di San Rocco. Un compito piuttosto semplice, per una come Gala. Ma, ben presto, Kundo intuisce che c'è qualcosa che non va: le persone che dovrebbero essere loro alleate si rifiutano di aiutarli e la città è infestata di negromanti. Inoltre gli adepti della magia nera sembrano molto più interessati a Gala e al mistero della sua nascita che all'enigmatico libro magico...

Quando frequentavo il liceo e i primi anni di università, per rispondere al mio impellente desiderio di lettura mi recavo in libreria e iniziavo a girovagare tra gli scaffali, guardavo copertine, leggevo fascette e risvolti e quando alla fine trovavo un libro che mi convinceva lo portavo a casa e speravo di trovarmi di fronte una lettura piacevole. A volte prendevo delle cantonate pazzesche, a volte mi ritrovavo fra le mani un piccolo gioiello. In questi ultimi anni grazie ai siti internet, blog letterari, Anobii e simili, quando vado in libreria, agisco a colpo sicuro utilizzando la mia wishlist. Diciamo che le cantonate si sono notevolmente ridotte, ma a volte succede che un libro che altri hanno magnificato per me risulti insulso. “De gustibus” direbbero i Romani. Ciò nonostante ogniqualvolta varco le porte della mia libreria di fiducia alla fine immancabilmente esco con un libro che con la lista non c’entra niente ma risponde agli “antichi” criteri, è il caso della Viaggiatrice di O.

Lasciando vagare lo sguardo tra gli scaffali infatti mi sono imbattuta in questa copertina il cui tratto mi è risultato subito familiare, risultava essere quello di Paolo Barbieri che conosco grazie alle innumerevoli copertine dei libri di Licia Troisi e ai suoi illustrati, inoltre ho riconosciuto la Mole Antonelliana e leggendo il risvolto ho scoperto che in parte era ambientato a Torino, città che amo pur avendola visitata per pochi giorni, raccontava di una strega viaggiatrice del tempo e l’autrice era italiana, quale migliore occasione per incoraggiare il Made in Italy. L’insieme di questi elementi mi ha convinto all’acquisto.
Galatea è una streghetta di 14 anni dotata di enormi poteri fin dalla nascita, compie missioni avanti e indietro nel tempo, sfruttando varchi spazio-temporali, per conto del Direttivo dei Viaggianti. Il suo primo maestro fu suo padre ma, per imprecisati motivi, i suoi genitori ad un certo punto l’hanno lasciata sola a svolgere missioni per questo strano Ordine dei maghi di O. Proprio perché dotata di una considerevole propensione per la magia e i guai, i suoi superiori le hanno imposto di trovarsi un tutor. La scelta di Galatea ricade su Kundo, una via di mezzo fra un monaco francescano e il maestro dei cinque picchi (chi è cresciuto come me negli anni ‘80 non potrà non sapere di chi sto parlando), ma, diversamente da loro poco zen e pacifico ma molto irascibile e “materiale”. La loro prima missione insieme li porterà a Venezia per salvare un prezioso “Libro Muto”, sembra semplice routine, in realtà tale missione fa parte di un piano più ampio ordito per impadronirsi dell’essenza stessa della nostra piccola streghetta. Non poche saranno le difficoltà che incontreranno i nostri protagonisti nel portare a termine la missione e non poche saranno le rivelazioni  a cui andranno incontro.
Il libro è piacevole e di lettura abbastanza scorrevole, in realtà sembra far parte di un disegno molto più grande, è come se fosse il capitolo di un volume dieci volte più ampio. Quando incontriamo la protagonista la troviamo già consapevole dei suoi poteri e delle sue capacità, del mondo fantastico e ricco di creature che la circonda e che camminano affianco degli uomini ignari di tutto. Almeno all’inizio nessuna rivelazione viene fatta a Galatea, o meglio Gala, tutto quello che è necessario conoscere sul background della protagonista viene mostrato al lettore tramite dei flashback o degli interventi di altri personaggi. Infatti il POV non è solo quello di Galatea ma dei numerosi personaggi che popolano insieme a lei questo libro: Kundo, Edgar (l’amico fantasma scozzese), i negromanti (i nemici di O, anche se anche i maghi di O non sono proprio dei santi), Aron (il ragazzo che Gala incontra e scontra tra le Calle Veneziane), addirittura Casanova. Grazie quindi ai diversi punti di vista riusciamo anche a conoscere i personaggi secondari ed avere un visione più completa della stessa Galatea della vicenda che sta vivendo.  Il volume se vogliamo può essere definito autoconclusivo ma i dubbi sul passato di Galatea, sui suoi genitori, su Kundo che restano irrisolti sono molti. Così come rimane la voglia di conoscere qualcosa di più su alcuni personaggi. L’avventura di certo non manca, quello di cui invece si avverte la mancanza è il romance, quella sfumatura di amore che non può mancare nella storia di una quattordicenne; è presente infatti solo un lieve accenno che viene però subito smorzato da un evento increscioso che vede coinvolti i protagonisti. Senza ombra di dubbio risponde pienamente alla sua definizione di Young Adult, essendo molto adatto per i giovanissimi, ma può risultare una lettura piacevole anche per chi è più avanti negli anni (sempre che non si aspetti un capolavoro ma solo una compagnia per un paio d’ore).
Essendo autoconclusivo chi non l’ha apprezzato può tranquillamente riporlo senza sensi di colpa, chi come me invece ne è rimasto incuriosito e affascinato si spera che Elena Cabiati riprenda in mano la “penna” e ci possa condurre in una nuova avventura di questa streghetta.

Una piccola annotazione: leggendo mi è sembrato di cogliere lo stesso spirito che animavano gli Anime giapponesi degli anni Ottanta, non è sembrato anche a voi?

Voto: 4/5 (Molto bello, ma non perfetto)

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