giovedì 31 maggio 2012

Recensione: Muses di Francesco Falconi


Muses
Francesco Falconi
Mondadori (Chrysalide)
€ 17,00
228 pg


Ha un fascino misterioso e irresistibile, ma sembra non rendersene conto.
Ha un potere così devastante che può condurre alla morte. Ma non lo sa.
Alice ignora tutto del suo passato, della sua vera madre, del dono sconvolgente che possiede. È una discendente delle nove Muse, può controllare la mente degli uomini, ispirarli, guidarli, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Un dono così può scatenare l’inferno.

Muses è il primo volume di una duologia dell’ormai noto Francesco Falconi, scrittore fantasy di origini nostrana. E’ il primo romanzo che leggo di quest’autore anche se il suo nome mi è noto ormai da tempo ed è stata una piacevole sorpresa. Alice, la protagonista e voce narrante, è una ragazza ventenne che vive a Roma, vista dall’esterno può sembrare la classica disadattata che non può fare a meno di farsi del male per sfuggire alla realtà orribile che la circonda (padre violento e madre succube), ma in realtà è un’anima fragile che anela conoscere se stessa. Il romanzo non è altro che la spasmodica corsa di Alice alla ricerca della propria essenza. Nel momento che scopre di essere stata adottata fugge a Londra alla ricerca della propria famiglia, trovando una zia incinta con molti segreti.

Uno dei quali la coinvolge direttamente. Alice discende dalle Muse, in particolare è la Musa della Musica e l’Angelo Oscuro che l’ha guidata durante tutta la sua esistenza, che l’ha portata anche a commettere un orribile gesto, pagato a caro prezzo, non è altro che la voce del suo potere che grida per farsi ascoltare. Il viaggio di Alice, che compiamo insieme a lei, non è altro che un viaggio all’interno di sé stessa, alla comprensione della sua anima e delle radici del proprio potere.
Al di là delle apparenze che troppo spesso annebbiano la vista e non ci permettono di capire le persone che si hanno di fronte, Alice, con le sue decine di tatuaggi e piercing, le troppe bevute e gli uomini sbagliati, è ancora una bambina, un’anima pura che si affida con leggerezza alle persone che le permettono di intravedere anche solo uno spiraglio di luce nell’oscurità che circonda il suo cuore. La copertina con il suo bianco accecante e la fiammata di nero dei capelli colgono in pieno, secondo il mio parere, l’essenza di Alice, così come il suo nome. Come non pensare all’Alice di Lewis Carroll leggendo del viaggio di questa ragazza in un mondo fantastico e in un certo senso surreale dove nessuno è quello che sembra o che dice di essere? Più volte inoltre mi è sembrato di scorgere dietro il comportamento di Dolores, la zia di Alice, la Musa della Scrittura, il ghigno dello stregatto. Entrambe le Alice si lasciano travolgere da questo mondo diverso e ammaliante che si schiude davanti ai loro occhi fino a diventare incapaci di comprendere dove finisce il vero e comincia l’illusione. 
Gli inganni, i tranelli, i pericoli si susseguono fino al finale del romanzo quando finalmente Alice libera la sua voce rischiarando la sua anima dalle tenebre. Ma non si può sfuggire dal destino perché esso è ineluttabile. Oppure no?

E’ giunto il momento. E’ inutile che lotti contro il mio destino. Perché dovrei? Mi viene quasi da ridere. La vita è strana. Di più, è cinica.

Con questo interrogativo si chiude questo primo libro lasciandomi in paziente attesa del successivo, però una piccola critica mi trovo costretta a muoverla. Le risposte e i commenti duri e volgari di Alice a volte mi sono sembrati un po’ forzati, è una scelta voluta per sottolineare l’apparente forza di Alice o è una pecca dell’autore? Voi che ne dite?

Voto: 4/5 (Molto bello, ma non perfetto)




3 commenti:

  1. Ultimamente sto leggendo un sacco di recensioni positive su Muses... mi sta venendo una voglia pazzesca di leggerlo! :)

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  2. lo consiglio è molto interessante e sopratutto poco scontato, ancora non ho capito chi siano i "buoni" e chi i "cattivi", come nella vita d'altronde!!!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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