Backfire
(The velux series #3)
J. Lovely
€ 1,21 - 405 pg
La normale vita di Emma Moore è stata
ormai spazzata via: ha scoperto di essere una facoltosa col controllo del fuoco
e ha perso il suo migliore amico Gabriel. Ma è solo quando decide di
compiere l’ultimo viaggio nel tempo e tornare da Christopher che capisce che
nulla tornerà come era. Intorno a lei è tutto cambiato e il veggente la tiene
prigioniera in un luogo misterioso per sconfiggere la maledizione di cui
entrambi sono vittime.
Per salvare la sua vita e quella del suo
bambino, Emma si troverà costretta a fidarsi di amici vecchi e nuovi e a
compiere azioni che non avrebbe mai potuto immaginare. E mentre Chase tenterà
l’attacco finale, Emma si ritroverà ad affrontare un nemico che nessun
facoltoso aveva mai avuto il coraggio di temere.
Ecco un piccolo assaggio del primo capitolo
Il tintinnio delle gocce d’acqua era l’unico suono che si udiva all’interno della grande stanza vuota. La sua costanza era snervante e fastidiosa ma anche, per un certo verso, rassicurante. Era l’unica cosa a scandire il tempo, lì dove quella dimensione sembrava aver perso ogni senso. Il freddo umido dell'ambiente entrava dentro le ossa e faceva sentire bagnati e indifesi. Uno spiraglio di luce proveniente da una finestrella fendeva il buio della notte. Si poteva vedere il cielo, dalla finestra, ma era una notte senza luna.
Al centro della stanza, svenuta su una sedia, c’era una ragazza. Aveva il mento abbandonato contro lo sterno, le mani legate dietro alla schiena e i piedi immobilizzati.
La scena era immobile come una natura morta, ma all’improvviso si sentì il rumore assordante della porta e due uomini entrarono per poi fermarsi accanto alla ragazza. La scrutavano ma al contempo parlavano tra loro con indifferenza, come fosse normale tenere prigioniera una persona.
Il più anziano, un bell’uomo sulla quarantina era calmo; gesticolava con le mani, ma in modo misurato, come se ogni movimento fosse calcolato al dettaglio. L’altro invece, il più giovane, era irrequieto. Entrambi aspettavano che la prigioniera si svegliasse, ma il ragazzo non voleva perdere altro tempo. Con foga le impugnò i capelli sulla nuca e la strattonò tanto da farle alzare il volto. Zane, quello era il nome dell’uomo, fece segno al giovane compagno di calmarsi e lui mollò la presa sbuffando.
Il ragazzo era alto e robusto; la maglietta nera a mezze maniche non copriva i possenti muscoli delle braccia in tensione. Aveva i capelli castani tagliati corti e un'ombra di barba scura sulle guance, come se volesse apparire più adulto”. Ma erano i suoi occhi, più di tutti, a gridare la fretta e la sete di violenza che aveva.
Zane si inginocchiò di fronte alla ragazza guardandola da vicino e fece per slegarle i polsi, ma il compagno lo fermò; non si fidava di lei, anche se priva di coscienza. Ripresero a parlare e non sembrava la prima volta che affrontavano quel discorso. Nominarono Chase, il gemello del giovane; qualcosa nel passato dei due fratelli era andato in maniera inaspettata.
“Chase ha sempre colpito più di me al primo impatto. Ma per chi ha la pazienza di aspettare, so essere una buona giocata” disse il ragazzo con lo sguardo fisso nel vuoto. Poi si voltò di scatto verso la prigioniera e la sua espressione si rifece tutto d’un tratto insofferente e nervosa.
“Adesso basta, questa dannata puttana ha intenzione di aprire gli occhioni azzurri o dobbiamo aspettare per molto, ancora?”
“Un po’ di pazienza, suvvia.”
“Sono stanco di aspettare. Voglio sentire cosa ha da dire. SVEGLIATI!”
“Non credo che schiaffeggiarla risolverà la situaz...”.
Ma all’ennesimo richiamo dell’uomo, il ragazzo esplose come una furia. Si avvicinò a Zane, le braccia tese lungo i fianchi e i pugni stretti. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza. Il giovane strizzò gli occhi in due fessure sottili e sussurrò a denti stretti.
“Non mi dire quello che devo o non devo fare. È colpa sua se la mia vita è stata segnata per sempre e deve pagare”.
L’uomo annuì impercettibilmente. Non aveva paura di lui; sembrava piuttosto voler calmare la sua collera, anche se non si trattenne dal fargli una domanda.
“E il bambino?”
Un osservatore distratto non se ne sarebbe accorto ma la leggera prominenza sul ventre della ragazza non lasciava spazio all’immaginazione. Per quanto il suo aspetto fosse malato, avesse cerchi neri intorno agli occhi e la pelle del corpo appariva tanto tesa da potersi strappare da un momento all’altro, era incinta.
“Abbiamo ancora tre mesi per pensare al da farsi. Poi, finalmente, potrò ucciderla con le mie mani.”
“È pur sempre tuo figlio, Christopher. Cosa ne farai una volta nato?”
“Me ne sbarazzerò il prima possibile. E poi non è detto che sia mio, io non ci credo. Deve aver organizzato tutto per farmi credere che fosse mio.”
Qualcuno di voi conosce questa serie
e attendeva con ansia questo ultimo volume?
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