martedì 13 gennaio 2015

Blog Tour "Vite Sospese" - Ambientazioni

Oggi il mio piccolo angolo tra le stelle ospita la tappa del Blog Tour organizzato dalla Triskell Edizioni, in collaborazioni con molti altri blog, per l'opera di esordio di Alessia Litta, il libro autoconclusivo (ma con un finale che lascia ben presagire) Vite sospese. Se non sapete di cosa sto parlano lasciate che ve lo presenti


Vite sospese
Alessia Litta
Triskell Edizioni
€ 4,49
169 pg

Nico è un Agente tormentato dal suo passato doloroso, chiamato a indagare sulla sparizione di alcuni membri della Comunità Magica alla quale appartiene, una Comunità che raduna gli individui con abilità speciali e li guida al controllo dei loro poteri.
Marta è una donna che si risveglia nel cuore della notte in un parco della Capitale con i vestiti sporchi di sangue e senza ricordi di quanto accaduto.
Le loro storie si scoprono strettamente connesse quando i poteri di Tracciatore di Nico lo conducono proprio da Marta. Eppure qualcosa non torna. La fragilità della donna e la sua incapacità di liberarsi del dolore per la perdita della sorella sembrano incompatibili con l’immagine del killer che ha prosciugato le Unità Magiche di ogni loro energia. Tuttavia, la polizia, che è riuscita a mettere le mani sul corpo dell’ultima vittima, non ha dubbi: per loro è Marta la colpevole.
Nel tentativo di recuperare la memoria riguardo a quanto le è accaduto, Marta scoprirà la tremenda realtà che c’è dietro i suoi vuoti di memoria.Marta e Nico dovranno combattere spalla a spalla per cercare di mettere in salvo L’Oracolo, l’oggetto sacro che mantiene l’equilibrio dell’intera Comunità Magica, e guadagnarsi una seconda possibilità per essere felici.
[Recensione completa]


Questo interessante Blog Tour ci ha permesso di conoscere molti aspetti di questo libro e per la prossima tappa è previsto un giveaway finale con in palio una copia cartacea del libro autografata, se vi siete persi qualche tappa ecco il calendario

02.12.2014: Presentazione del romanzo – Sognando Leggendo
09.12.2014: Recensione – Briciole di Parole 
16.12.2014: Intervista all'autrice – Romanticamente Fantasy Sito 
23.12.2014: Sorpresa di Natale! – Coffee & Books 
30.12.2014: Puzzle con curiosità + Segnalibro da scaricare! – E' scrivere 
07.01.2015: Dreamcast – Voglio essere sommersa dai libri 
13.01.2015: Ambientazioni – Stelle nell'iperuranio 
20.1.2015: Giveaway di una copia cartacea autografata – Sognando tra le righe 

Ed ora veniamo all'argomento di questa tappa: per chi non lo sapesse, Alessia si diletta anche in fotografia e in occasione del suo viaggio a Roma di qualche settimana fa ha rubato qualche scatto dell'Eterna città in cui è ambientata la storia di Nico e Marta. A far da corredo alle fotografie degli estratti del libro


La notte era fredda e silenziosa, e l'umidità che saliva dal Tevere una patina nebbiosa che avvolgeva e penetrava nelle ossa. Immobile sotto le arcate della basilica di San Rocco, Nico trattenne l'impulso di mettersi a battere i piedi per scaldarsi. Le poche auto sparse nel parcheggio erano ricoperte da una coltre sottile di ghiaccio e, sul lato opposto, il rumore dei getti d'acqua della fontana del Museo dell'Ara Pacis spezzava il silenzio aumentando la sensazione di gelo. Che diavolo, gli era venuta voglia di orinare a stare lì, fermo come un deficiente. Ma dove s'era cacciato Gäel? Non che lo sorprendesse di essere stato mollato sulla strada come la più insignificante delle pedine: il suo partner non era nuovo a quei giochetti.


Scese in Piazzale del Colosseo e, dopo qualche istante, imboccò Via dei Fori Imperiali. Le aree archeologiche che fiancheggiavano i due lati del viale attiravano turisti e qualche romano ancora capace di sorprendersi di quei retaggi di grandezza ormai svanita e di isolarsi dal caos di auto e scooter che imperversava sulla via. Nico si ritrovò a fare lo slalom tra macchine parcheggiate, motorini che s'infilavano nel traffico e pedoni che gli tagliavano la strada non appena si accorgevano che c'era un momento libero per attraversare. Superare il fiume umano nella stretta Via del Corso non fu più agevole e, quando finalmente arrivò su Lungotevere, si godette per un attimo lo spazio aperto. All'altezza di Ponte Regina Margherita si fermò, gli occhi fissi sull'arcata che scendeva alla banchina. Gli era sempre piaciuto lo scenario del Tevere che attraversava la città, soprattutto al tramonto, con il sole che accendeva di fuoco i monumenti storici e i palazzi, e spesso si era ritrovato a indugiare affacciato a uno dei parapetti per scrutare le acque placide del fiume. Ma ora dubitava di poter ancora apprezzare quel panorama, non dopo aver visto il corpo di quella donna, non dopo che lì era morto Gäel.

Un battito di ciglia e fu come svegliarsi da un lungo sonno. Macchie confuse e scure, intervallate da macchie più chiare, entrarono nella sua visuale. Marta rimase immobile, cercando di prendere coscienza di sé. Provava un'assurda sensazione di leggerezza; uno strano silenzio ovattato l‟avvolgeva, come se qualcuno le avesse otturato i condotti uditivi, e faticava a dare dei contorni a quello che aveva attorno. Un odore penetrante le punse le narici: resina e aghi di pino. Inspirò con cautela. Poi un gorgoglio di acqua corrente le arrivò alle orecchie, dapprima indistinto, poi sempre più chiaro. Un clacson suonò con violenza in lontananza e Marta sussultò, il cuore accelerato. Fu come ricevere uno schiaffo, ogni senso riprese di colpo a funzionare, la vista tornò a fuoco. Lo sguardo si posò su una lunga serie di alberi e cespugli, davanti a lei un viale illuminato da radi lampioni e una fontana con cavalli dalla coda di pesce che spruzzavano acqua dalle zampe. Spalancò gli occhi, sorpresa. Dov'era? Cosa ci faceva lì? Scrutò nel buio, fra la vegetazione, cercando un punto di riferimento, scavando nella sua mente, tentando di trovare qualcosa, ma il suo cervello non riuscì a mettere a fuoco nessun elemento. E il vuoto che trovò la sgomentò. Non ricordava nulla. Nulla.


Un ululato in lontananza la fece sussultare. Con frenesia scrutò la via. Una sirena si avvicinava, il suo grido assordante che copriva il rumore del traffico. Dove? Dov'era? Lampeggianti blu apparvero nel suo campo visivo e Marta ebbe un fremito. Erano già lì. Possibile? Possibile che fossero lì per lei? Ma no, fantasticava come al solito; potevano esserci decine di motivi per sentire una sirena in una città come Roma. Un secondo ululato si aggiunse al primo. Marta non esitò più, voltò le spalle alla strada e corse all'interno del parco, inoltrandosi nel buio fino a che la strada non fu più visibile e i rumori rimasero un sottofondo appena percepibile. La vegetazione non era molto fitta e la luna piena permetteva di penetrare le tenebre per qualche metro. C'erano panchine bagnate di umidità un po' ovunque e, di tanto in tanto, strutture dalla forma strana che riconobbe come attrezzi ginnici una volta che si avvicinò; alla sua destra intravide una grande recinzione con un enorme cartello con la scritta “Area cani”. Prese il viale alberato che proseguiva parallelo alla strada principale e pensò di cercare un'uscita sul lato opposto. Poi afferrò il telefono. Dove diavolo era finito Dario? Perché non si era presentato?

Affacciata alla terrazza del Pincio, Marta osservava la città che lentamente si risvegliava. L'alba stava sorgendo, ma il cielo era ancora buio sopra di lei e nell'ampia Piazza del Popolo e le strade attorno, i lampioni erano ancora accesi. Era quel momento magico, quell'atmosfera onirica che sempre prendeva forma quando la notte lasciava il posto al giorno. Alle sue spalle sia la terrazza che il parco erano deserti. 
«Tutto bene?» 
Marta lasciò che Nico si avvicinasse e prendesse posto accanto a lei nella contemplazione della città. Non lo aveva sentito arrivare e non se ne sorprendeva.



Spero che queste foto corredate dalle parole di Alessia Litta vi abbiano emozionato come la sottoscritta. 
Prossimo appuntamento sul blog 
Sognando tra le righe con il giveaway finale!

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