A giugno il nuovo libro di una nuova autrice italiana
Flamefrost
Due cuori in gioco
Due cuori in gioco
Virginia Rianbow
€ 16,90 - 356 pg
€ 16,90 - 356 pg
Gli abitanti del pianeta Luxor, guidati dal re
Thor sono scampati alla distruzione del loro mondo e vagano nello spazio alla
ricerca di una nuova terra. I principi alieni Nardos e Gered vengono incaricati
di compiere una missione misteriosa sul pianeta Terra.
È in questo contesto che si inserisce il rapporto
particolare tra Gered e una ragazza terrestre, Sarah, che abita in un paesino
delle montagne valdostane. Gered cerca di avvicinarla in tutti i modi, usando i
poteri straordinari di cui dispone, ma lei rifiuta qualsiasi tipo di relazione,
nonostante si senta molto attratta da lui.
Un mistero aleggia su tutta la storia e verso la
fine cominciano a scoprirsi alcuni tasselli. In cosa consiste la missione dei
principi? Chi sono le “soggiogate”?
In un intreccio via via più articolato, si delinea
la delicata psicologia dei personaggi, che si cercano e si respingono, si
incontrano e si allontanano, mentre la società aliena, che fa da sfondo alla
storia, prende sempre più piede con le sue regole e i suoi riti peculiari.
Un mix di contrasti, dolcezza, passione e mistero,
che tiene incollato il lettore alla pagina riga dopo riga in un ritmo intenso e
coinvolgente.
Ecco un piccolo estratto:
“ - Dovresti fidarti di qualcuno ogni tanto…
La sua voce era calda, sensuale…
- Perché mi dovrei fidare di te? – sbottò lei, innervosita.
Il suo tono divenne impaziente, imperioso.
- Perché non hai un’altra scelta.
Sarah si ritrasse indietro, come se una folata di vento impetuoso l’avesse investita in pieno.
- Cosa vorresti dire?
Un sorriso impudente gli spuntò dalle labbra e sussurrò con studiata lentezza:
- Voglio dire che ti piaccio e molto…
Si riavvicinò a lei con movimenti impercettibili.
“Che razza di tipo! Che vuole da me? Io non sono quel genere di ragazza”
- Sei solo un ragazzino presuntuoso. A me non interessi affatto.
Parlò con tutta la determinazione e il dispetto che provava dentro, cercando di mostrarsi distaccata.
Ma lui ignorò le sue parole.
- Sai come faccio a saperlo?
Le era talmente vicino che poteva percepire il suo respiro, il calore che emanava dal suo corpo, le proprie ginocchia a un centimetro dalle sue.
Non aveva mai avuto problemi a gestire qualcuno, ma ora si sentiva stranamente come una bambina fragile che pende dalle labbra di qualcuno più forte di lei… una sua parola, un suo gesto e il mondo intero poteva colorarsi di luce o di buio.
- Dalle gambe che ti tremano quando mi avvicinò a te, dal sangue che pulsa a mille nelle tue vene quando ti guardo… - proseguì implacabile - … se ti sfioro poi… guarda!
Sollevò le dita per accarezzarle il dorso della mano, che stringeva la panca talmente forte da farle male, le unghie conficcate nel legno.
Un tremito inconsulto si propagò dalla mano al resto del corpo come l’onda d’urto di un sisma.
Arrossì violentemente. Una rabbia cieca, disperata la travolse.
La mano scattò per schiaffeggiarlo, ma lui la bloccò, stringendogliela in una morsa dolorosa.
- Pagherai anche questo gesto sciocco! – ruggì lui, gli occhi di colpo gelidi e terribili, quelli di un sovrano che non deve essere in nessun modo offeso e rifiutato. “
La sua voce era calda, sensuale…
- Perché mi dovrei fidare di te? – sbottò lei, innervosita.
Il suo tono divenne impaziente, imperioso.
- Perché non hai un’altra scelta.
Sarah si ritrasse indietro, come se una folata di vento impetuoso l’avesse investita in pieno.
- Cosa vorresti dire?
Un sorriso impudente gli spuntò dalle labbra e sussurrò con studiata lentezza:
- Voglio dire che ti piaccio e molto…
Si riavvicinò a lei con movimenti impercettibili.
“Che razza di tipo! Che vuole da me? Io non sono quel genere di ragazza”
- Sei solo un ragazzino presuntuoso. A me non interessi affatto.
Parlò con tutta la determinazione e il dispetto che provava dentro, cercando di mostrarsi distaccata.
Ma lui ignorò le sue parole.
- Sai come faccio a saperlo?
Le era talmente vicino che poteva percepire il suo respiro, il calore che emanava dal suo corpo, le proprie ginocchia a un centimetro dalle sue.
Non aveva mai avuto problemi a gestire qualcuno, ma ora si sentiva stranamente come una bambina fragile che pende dalle labbra di qualcuno più forte di lei… una sua parola, un suo gesto e il mondo intero poteva colorarsi di luce o di buio.
- Dalle gambe che ti tremano quando mi avvicinò a te, dal sangue che pulsa a mille nelle tue vene quando ti guardo… - proseguì implacabile - … se ti sfioro poi… guarda!
Sollevò le dita per accarezzarle il dorso della mano, che stringeva la panca talmente forte da farle male, le unghie conficcate nel legno.
Un tremito inconsulto si propagò dalla mano al resto del corpo come l’onda d’urto di un sisma.
Arrossì violentemente. Una rabbia cieca, disperata la travolse.
La mano scattò per schiaffeggiarlo, ma lui la bloccò, stringendogliela in una morsa dolorosa.
- Pagherai anche questo gesto sciocco! – ruggì lui, gli occhi di colpo gelidi e terribili, quelli di un sovrano che non deve essere in nessun modo offeso e rifiutato. “
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