L'uomo di Marmo
Miriam Ghezzi
Book Salad
€ 14,00
142 pg
In una notte buia e tempestosa alla Galleria dell’Accademia, il destino sembra concedergli un’opportunità, facendogli incontrare un’improbabile fata turchina del ventunesimo secolo, che per la testa ha tutt’altro che fiabe a lieto fine: Vera, ladra e appassionata d’arte, sfiora per un capriccio questo colosso di marmo e se lo ritrova davanti vivo, in carne e ossa, ma senza cuore. Da qui inizia l’avventura di una creatura scolpita nel 1504 catapultata nel Duemila, e di una ragazza che, suo malgrado, si deve fare carico di un uomo di pietra e aiutarlo a diventare un uomo vero.
Quante
volte abbiamo visto il David di Michelangelo? Sui libri di arte, sulle guide
turistiche, su cartoline o grembiuli osceni, in televisione o dal vivo con il
naso all’insù? Ma quante volte lo abbiamo guardato veramente? Studiato la forma
del corpo, le dita arcuata, il labbro carnoso, le occhiaie profonde e lo
sguardo perso? Vera lo guarda, lo tocca, lo ama e lui prende vita, abbandona il
suo piedistallo, il sasso, ma si tiene la fionda, pronto ad iniziare una nuova esistenza.
La ladra
e la statua, se non è questa una favola!
Ringrazio
l’autrice che mi spedito il suo libro molti mesi or sono ormai, prima del Salone
del libro di Torino, eppure solo ora sono riuscita a leggerlo, in un giorno,
poche ore, per una favola che sembra già di conoscere ma che non fa mai male
ascoltare. Quanti di voi conoscono Pinocchio, ma non quello cinematografico della
Disney, quello di Collodi, il primo unico e originale? Il pezzo di legno che
alla nascita prende a calci Geppetto ed a scarpate il grillo, che spezza il
cuore alla Fata Madrina e scappa nel paese dei balocchi con Lucignolo. Un
burattino che si comporta male e quindi non potrà mai diventare un bambino vero
con un cuore che batte nel petto. Come l’uomo di latta di Oz, il cui desiderio
di un cuore lo porta a seguire Dorothy al cospetto del grande mago.
Il David
divenuto di carne di Miriam Ghezzi racchiude in sé l’anima di questi due personaggi.
Vera, la protagonista, lo tiene con sé e
cerca di insegnargli a vivere come un essere umano, prima con la
pazienza di una madre per un bimbo un po’ discolo e capriccioso che pensa solo
alle proprie esigenze. Poi con la complicità di una sorella, un cameratismo che
nasce grazie ad un micio e che poi diventa condivisone di abitudini, spazi e
incombenze. Ed infine con l’amore di una sposa.
Questa storia scorre fluida, come un piccola favola da leggere la sera
prima di addormentarsi, magari mancante di dettagli e avventure, mi sarebbe
piaciuto di più conoscere dei viaggi che questa strana coppia ha compiuto nella
Serenissima e nella Città Eterna, ma che compensa con lo studio attento
dell’evoluzione dei rapporti tra i due personaggi, della metamorfosi di David
da semplice pezzo di marmo, che ha passato secoli ad essere adorato, fino a
uomo che invece deve imparare a prestare attenzione alle persone che lo
circondano.
Vi dirò
che sono grata a questo libro per avermi
dato l’opportunità di studiare più a fondo questa statua che ho sempre visto in
modo molto superficiale, soprattutto il suo sguardo mi ha colpito, inciso nella
pietra ma con una profondità ed umanità inaudite. Più lo guardo e più mi rendo
conto che potrebbe essere possibile che dietro quegli occhi, ciechi se
vogliamo, possa celarsi un alito di vita pronto ad emergere se solo qualcuno
fosse in grado di coglierlo.
In
conclusione un libro piacevole in cui si coglie tutto l’amore dell’autrice per
l’arte che nel nostro paese viene così scandalosamente trascurata, per cui è
necessario qualche titolone catastrofico
per portarla alla ribalta, mentre invece basterebbe prestare attenzione a tutto
ciò che di bello abbiamo da sempre sotto gli occhi.
Voto: una favola che prende vita!
Storia davvero originale!!! Sembra interessante!!!
RispondiEliminamolto carina, una bella favola!
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