domenica 16 febbraio 2014

Recensione: Le soglie del buio di Virginia de Winter


Le soglie del buio (Black Friars 4.5)
Virginia de Winter
€ 0,98
55 pg


Dopo la sconfitta del Presidio, la pace sembra tornata per le vie della Vecchia Capitale e nelle Nationes del Continente ma, quando la Principessa Sophia Blackmore intraprende un viaggio per Altieres, strane coincidenze le ricordano che altre insidie si muovono intorno a lei e la costringono a temere di nuovo per la propria sicurezza. Sogni e presagi la riportano ai giorni in cui forze oscure minacciavano la sua vita e le sorti del suo regno. Nella Vecchia Capitale, però, le vicende sembrano suggerire che, questa volta, il pericolo provenga dalla remota e selvaggia Nalvalle.


Per chi come me avverte una costante nostalgia della Vecchia Capitale, con le sue strade, i suoi vicoli e i suoi palazzi, la nebbie, il Presidio, gli Immortali e gli Scholares ecco che Virginia ci regala un piccolo racconto che dovrebbe placare tale sentimento.
Ahimè, non potrebbe essere più errato pensarla in questo modo perché queste pagine non fanno che riacutizzare tale nostalgia. Come potrebbero mai soddisfare 50 pagine dopo le 2100 circa dei quattro volumi della serie Black Friars?
La novella si concentra sui due protagonisti che più ho amato della serie, Gabriel e Sophia, infatti nei momenti acuti di crisi di astinenza è l’Ordine della Penna il tomo che cerco con maggiore frequenza. Nell’ultimo volume, l’Ordine della Croce, purtroppo non avevano trovato grande spazio come coppia, quindi ecco la novella sembra compensare questa piccola mancanza. Seguiremo i due ragazzi nel loro viaggio verso Altieres dove Sophia si reca per la prima volta in compagnia dei suoi tanti cugini e dove certamente non mancherà di mettersi nei guai terrorizzando il povero Gabriel. Inoltre saranno presenti anche due particolari personaggi, apparsi di sfuggita nella Croce, creati per rendere omaggio all’amore che Virginia nutre per la coppia Draco/Hermione. Certamente Virginia anche solo in 50 pagine riesce a mostrare tutta la sua bravura e soprattutto il grande amore che ha per questo universo e i suoi personaggi. Come mai e poi mai mi stancherò di ripetere, il mio preferito comunque resta, senza ombra di dubbio alcuno, il principe Bryce a cui purtroppo vengono dedicate solo poche pagine alla fine, ma che pagine meravigliose sono, soprattutto per l’apporto dato da Morton, il maggiordomo dei principi di Aldenor, una continua scoperta.
Spero e prego fortemente che tale novella non sia altro che un esperimento per tastare il terreno in previsione di una nuova avventura che abbia come protagonisti i personaggi più giovani della precedente serie, perché sono tanti gli spunti e i misteri buttati lì e che non hanno trovato risposta in queste pagine. Nell’incertezza preparo il baule in attesa di partire nuovamente verso il Vecchio Continente.

«Sembra che il generale Hansen Vandemberg IV si sia risvegliato come redivivo», disse Julian Lord. «Senza offesa, Altezza, ma deve avere scambiato il vostro architetto per
uno spuntino».
«Buon Dio! E io che credevo avrei avuto un vicinato tranquillo. Come se i parenti vivi non fossero già una seccatura sufficiente adesso ci si mettono anche quelli morti», esclamò Bryce alzandosi con espressione rassegnata. 
«La famiglia: quell’istituzione meravigliosa che non ti incoraggia assolutamente a fartene una tua», commentò, dopodiché si diresse a grandi passi verso la porta.


Voto:  nostalgia acuta

2 commenti:

  1. Spero tanto che sia come dici tu! Tante nuove domande che accrescono le mie speranze per un ritorno alla Vecchia Capitale.

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