venerdì 13 febbraio 2015

Selfpublishing Made in Italy: Il tempo che non c'è e Casa mia di Riccardo McOtter

Oggi vi voglio parlare di due libri pubblicati da un ragazzo passato al lato oscuro della forza, da blogger a autore. Il padrone di casa di Ebook City ci propone un libro fantasy un po' surreale ed una storia su quattro ruote a partire dal terremoto de L'Aquila

Il tempo che non c'è
Riccardo McOtter
€ 1,17 - 211 pg

Se non esistessero orologi e calendari, in che modo vivremmo la nostra Vita e misureremmo il nostro Tempo? 
Lo scopriranno tre amici, trentenni, che si trovano a lasciare le loro vite “normali” per finire in un mondo abitato da soli adolescenti. Un mondo dove ogni cosa – edifici, vestiti, perfino lo scorrere del tempo – scaturisce dalla selvaggia creatività dei ragazzi che lo abitano. Una sorta di moderno “paese dei balocchi”, dove i tre adulti riscopriranno piaceri reconditi e repressi. Ma vivere in un mondo senza misure né regole si rivelerà un'ardua sfida, che porterà i protagonisti a scoprire quanto sottili siano i confini fra il gioco e la tragedia, la libertà e la prigionia, la giovinezza e la vecchiaia. 
Commedia, fantasia, dramma e azione, in un romanzo dalle diverse chiavi interpretative, a cavallo fra la narrativa mainstream e altre correnti letterarie di matrice surrealista, quali il realismo magico. 


Casa Mia
Quattro anni su quattro ruote
Riccardo McOtter
€ 0,73 - 79 pg
Una sera come un’altra: computer, tisana, chiacchierata al cellulare. Ma alle tre di notte, l’inferno. E il mattino dopo, un’altra vita.
Il terremoto del 2009 in Abruzzo raccontato da un ragazzo di trent’anni, che in seguito al sisma decide di trasferirsi in camper pur di non dover rinunciare a ciò che più ama: scrivere romanzi. Un viaggio attraverso i primi terribili giorni post-terremoto, la disperazione e la rinascita, e infine la vita in camper fra le vette delle montagne. La riscoperta del quotidiano e l’abbandono del superfluo in un’autobiografia che rifugge la retorica e il melodramma in favore di riflessioni ironiche, irriverenti e non prive di un velo d’umorismo.
A voi la scelta tra queste due storie

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